Le 3 principali soluzioni per monetizzare il proprio immobile
Emerge dagli ultimi studi di Bankitalia e Istat che la metà della ricchezza degli italiani risiede nei patrimoni immobiliari. Per lo più stiamo parlando di prime case, che rappresentano una risorsa a volte non facilmente liquidabile.
Non tutti sanno però che esistono delle modalità per trarre un profitto ed una monetizzazione dalla propria abitazione senza però privarsene. Vediamo insieme alcune delle modalità principali per monetizzare la propria abitazione:
1. Mutui di liquidità
Come prima scelta è possibile ipotecare la propria casa accendendo un mutuo di liquidità. Simile ad un mutuo per acquistare una casa, questo viene richiesto quando si ha una stringente necessità di denaro.
In termini di dati stiamo parlando di operazioni che rappresentano tra il 2 e il 2,4% del mercato, che tradotto in termini numerici equivalgono a circa 10.000 erogazioni l’anno.
2. Prestito ipotecario vitalizio per gli over 60
A volte l’età può rappresentare un ostacolo per chi sta richiedendo un finanziamento. Infatti, nella maggior parte dei casi, non va mai oltre un età di 75 anni. Ad esempio, se a 60 anni si vuole richiedere un mutuo, si potrà scegliere una data di restituzione che non andrà mai oltre i 15 anni.
Per chi si dovesse trovare nelle condizioni specifiche di età superiori a 60 anni, esiste un finanziamento specifico: il prestito ipotecario vitalizio.
In poche parole, il contraente, al momento della sottoscrizione, non paga nessuna rata del mutuo. Al momento della sua morte, i suoi eredi saranno direttamente chiamati a restituire il capitale erogato con interessi compresi.
3. Nuda proprietà
Esistono comunque delle alternative valide rispetto alla soluzione precedente.
Ci riferiamo nello specifico alla vendita della nuda proprietà. La sua definizione dice in sostanza che è possibile vendere la propria abitazione mantenendo però l’usufrutto fino al termine dei propri giorni di vita. I valori della proprietà crescono in base all’età del richiedente tenendo conto come punto di riferimento l’aspettativa di vita media.
Ad oggi si contano più di 24.000 scambi solo nel 2018 che però è in calo di circa mezzo punto percentuale.